Descrizione
A cura di Alessandro Gogna e Marco Milani
Priuli&Verlucca, 2006
ISBN 88-8068-323-3
I volumi sono cartonati con sovraccoperta plastificata a colori, formato 21,5×28 cm, 128 pagine, con fotografie a colori e immagini d’epoca.
Basta dire «Bianco», e molti italiani ed europei sanno che è il nome della più alta e imponente cima delle Alpi. E per chi ama la montagna questo nome significa anche molto di più, perché rievoca nozioni precise, forse ricordi personali. L’alpinista dice di andare al «Bianco» anche quando ha per meta altre vette adiacenti: e questo la dice lunga sulla complessità geografica di questa catena che, al fondo della Valle d’Aosta, culmina a 4810 metri.
Questo volume ci illustra e ci documenta la vetta, la storia della sua conquista, il carosello di cime tutt’altro che secondarie, i ghiacciai e le valli Ferret e Veny che ne accolgono le basi. Poi abbiamo incluso anche Courmayeur, con la sua storia, e le montagne turistiche dei dintorni. Tutto ciò avviene in 2600 metri di dislivello, tra contrasti enormi e quasi incredibili. Ma queste sono solo cifre aride e fredde.
Oggi l’Europa si avvia zoppicando ad una sofferta unione, le Alpi sono sempre più simbolo di unione che di divisione: sempre più occorre osservarle e farle conoscere in un modo che possa essere accettato da tutte le culture. In questo processo la più grande difficoltà che s’incontra è il descrivere la materia in maniera personale ma con uno stile spoglio e rigoroso, il lavoro difficile che deve mettere alla portata di tutti una cultura geografica, coniugando esperienza e spettacolarità, partendo dalle varie vette simbolo.
Le montagne sono già note al pubblico per la loro bellezza e per la loro importanza. A titolo d’esempio, Monte Bianco, Cervino, Monte Rosa, Gran Paradiso, Monviso, Lavaredo, Marmolada, Civetta, Campanile Basso, solo per stare su Alpi, e K2, Everest, Nanga Parbat e Annapurna, se si vuole spaziare sul resto del mondo.
Per ogni montagna si percorrerà la sua storia, da ciò che è successo alle popolazioni ai suoi piedi a quanto l’uomo ha saputo compiere alpinisticamente sui suoi versanti, da ciò che la fantasia ha creato di leggendario alle peculiarità naturali (roccia, ghiacci, flora e fauna), dall’iconografia ottocentesca a quella moderna.
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